top of page

Il ristorante più antico d'Italia.

E si, avete capito bene. L'avreste mai detto?

E ce l'abbiamo qui.

Questo è un vero e proprio dinosauro!

Sono rimasto sbalordito io stesso, credevo fosse un ristorante storico come tanti a Milano.

E non è solo la trattoria più antica d'Italia, ma addirittura la seconda in Europa, dopo lo Stiftskeller St. Peter di Salisburgo. Un record!

Ed è tutto documentabile, mica pizza e fichi!

In tanti in Italia hanno provato negli anni a usurpargli il titolo di "trattoria più antica d'Italia", ma invano, perchè l'Antica Trattoria Bagutto ha tanto di documenti che lo attestano, a differenza di altri. Si è perfino meritata una pagina su Wikipedia, giustamente.

Questo locale infatti è in piedi dal 1284, quando si chiamava "Locanda pia delle 4 Marie".

La storia tramanda che già al tempo dell'Impero Romano esisteva, su quella che allora era la consolare Cremona - Milano, e serviva a rifocillare le carovane dei mercanti e i soldati romani che raggiungevano la città di Mediolanum.

Il primo documento scritto che attesta l'esistenza dell'antica Hostaria del Bagutto risale appunto al 1284.

Il nome deriva dal termine dialettale milanese Begutto, ossia Bagordo o Ingordo, anche questo documentato sull'atto.

Alla fine del '500 nelle mappe conservate alla Curia Arcivescovile di Milano, l'Osteria del Bagutto risulta ancora esistente e di proprietà dei Borromeo, mentre agli inizi del 700, come nuovi proprietari vengono indicati i Marchesi Raineri.

Infine nel primo '800 la proprietà passa, per un lascito ereditario, ai Priori di Brera che continuano la gestione dell'ormai nota Antica Trattoria del Bagutto.

Si susseguono poi diverse famiglie di osti lombardi come i Merlini, i Vismara, i Mandelli...fino ai giorni nostri.

Sopravvivono ancora oggi, ad onta delle molteplici e necessarie trasformazioni avvenute nei secoli all'interno di questo secolare cascinale, diversi particolari evidenziati anche da Barigazzi nel suo libro "le Osterie di Milano" edito nel 1968, ove si legge che all'interno dell'Antica Trattoria del Bagutto vi si trovava un grande camino, la caratteristica zainera, specie di scaffale a colonnine messo sopra el navel, ossia l'antica vasca in granito dove si sciacquavano i bicchieri della locanda.

Chiunque qui entra, potrà notare che questi elementi caratteristici sono tuttora presenti a dimostrazione che quì il tempo si è bloccato!

Qui, nel 1807 si fermó per rifocillarsi anche Napoleone, quando nominó Duca di Lodi, Francesco Melzi D'Eril.

Nel vecchio soffitto in legno un buco attira la mia attenzione: è una porticina con serratura, attraverso la quale chi abitava sopra, la apriva e comunicava con la locanda di sotto, una sorta di "telefono" di casa dei tempi.

Sciura Gemma porta avanti questa tradizione da tantissimi anni, solo per amore del luogo altrimenti avrebbe abbandonato, perche qui mi spiega, si fa davvero fatica , immaginatevi, ogni giorno si guasta qualcosa, ogni giorno c'è qualcosa che va aggiustato, sostituito.

Ha provato già tanti anni fa a comprare la locanda, invano, le proprietarie dell'intera cascinetta, due sorelle anziane e sole, e quel che è peggio senza eredi, non mollano l'osso, vogliono morire qui.

E chissà quando moriranno che fine farà il tutto, molto probabilmente spiega, lasceranno l'ereditá alla Chiesa (sono molto devote).

È un peccato perchè è un luogo da preservare, se queste mura potessero parlare chissà quante ne racconterebbero, nei secoli, di generazioni che ha visto cambiare, usi e costumi, famiglie e personaggi storici, e mentre tutto cambiava sempre attorno a se, lei rimaneva li in piedi. Affascinante.

Non aspettatevi piatti gran gourmet, è cucina da tradizione semplice e genuina che ricorda quella della nonna, con arredamenti molto "ageè", datati, che han fatto il loro tempo, forse qualcosa sarebbe da cambiare, ma in fondo va bene così.

Nei secoli si sono aggiunte due sale e una veranda per ospitare più persone, ma la chicca originale quella che era la vera locanda è la stanza del camino con l'affresco sopra, che ospita massimo 5 tavoli, mangiare qui sa davvero di tempi dimenticati.

Spero questo luogo possa restar vivo sempre.

Ah... ovviamente all'ingresso in bella vista sulla parete l'atto notarile del 1284 tronfio e fiero (ovviamente una fotocopia, l'originale è nell' Archivio Storico Citta di Milano).

La Milano che non smette mai di stupire



 
 
 

Comentarios


bottom of page