LE PALME NON C'ENTRANO NULLA CON MILANO
FALSO.
La palma è uno tra i simboli più antichi di Milano, vediamo perchè.
È risaputa ormai l'annosa polemica di tempo fa quando Starbucks che ebbe in gestione le aiuole in piazza Duomo, decise di piantare per l'appunto, delle palme .
Alcuni arrivarono addirittura a tentare di bruciare le piante.
I social furono invasi da sterili polemiche di gente che riteneva non ci fosse alcuna attinenza con Milano.
Basterebbe invece conoscere la nostra storia e andare a ritroso nel tempo per smentire le opinioni, e dimostrare che l'azienda americana dopo studi, decise di piantarle non a caso.
Era il 1600 quando per volere del Cardinale Federico Borromeo, venne realizzata una grande palma in rame e bronzo , e venne installata nel punto esatto in cui secondo i calcoli di Leonardo da Vinci era da considerarsi il vero centro di Milano!
La grande palma venne riconosciuta come essere simbolicamente il "punto zero" di Milano!
Quale?
In una mappa del Codice Atlantico secondo appunto Da Vinci il vero fulcro della cittá non era piazza Duomo, bensì la vicina Pinacoteca Ambrosiana, a due passi.
Più precisamente il punto in cui sorge tutt'ora la sua cripta.
Quel punto è l'ombelico della antica Milano e della civitas romana, sia in termini geografici sia etico morali, in quanto nella cripta è raffigurata la copia esatta del sepolcro di Cristo realizzato nel 1100.
La palma divenne quindi uno dei simboli più importanti a ricordo della civitas, e come tale da sempre è riconosciuta.
Palme, che tra le altre cose sono presenti da centinaia di anni in tutta la regione Lombardia, in particolar modo sulle sponde dei laghi lombardi dove crescono e si riproducono spontaneamente, oltre ad essere presenti in numerose ville di delizia e dimore storiche in generale.
Pianta aggiungo, che comprende centinaia di specie e varietà (nostrane comprese), ma qualcuno pensa esistano solo "palme africane".
L'antico manufatto ad ogni modo, nel 2018 è stato oggetto di restauri, una volta era esposta al centro del cortile degli Spiriti Magni all'Ambrosiana, poi tornó nella cripta, oggi esposta sulla scalinata del museo stesso; un tempo la scultura fungeva perfino da fontana, difatti un ardito e avanguardistico meccanismo permetteva l'emissione di goccioline d'acqua che scendevano pian piano dalle foglie accennando un soave tintinnio.
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