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Immagine del redattoreMilano Segreta

Lettera sulle case di ringhiera

"Ciao Angelo, sono una boomer come dicono oggi i giovani, ti seguo con passione e spesso leggo in giro molta nostalgia su quella che è la "bellezza delle case di ringhiera".

Voglio portarti la mia testimonianza, perchè tutto erano tranne che belle da vivere.

Ho vissuto in una casa di ringhiera in fondo a Via Ripamonti coi miei negli anni 50.

È vero avevamo un senso di comunità ma nessuno mai elenca o dimentica tutti i lati negativi di quel vivere.

Si tende quasi a voler raccontare quei tempi come bellissimi, quando invece i problemi c'erano e non erano mica pochi.

La mancanza di privacy era all'ordine del giorno,l’invadenza pure, i pettegolezzi si sprecavano, non c’era rumore che non venisse udito e commentato da tutti. Per chi entrava o usciva dal proprio alloggio, transitando necessariamente davanti alle finestre, era impossibile passare inosservato. Erano case dove qualunque fatto anche insignificante faceva notizia.

Ad esempio, l’improvvisa colica del vicino, intuibile dalla fretta con cui, col giornale sotto braccio, il poveretto tentava di raggiungere il WC alla turca in fondo al ballatoio, diventava motivo di ilarità e pettegolezzo con la dirimpettaia, in un lampo la notizia era di dominio pubblico. Chiamarli bagni poi...mica li avevamo in casa nelle case di ringhiera, c'era un casottino in condivisione con tutti di dimensioni appena sufficienti per girarsi, una porta sgangherata a chiusura approssimativa, con una finestrella senza telaio, ti lascio immaginare il puzzo o l'incuria di chi defecava e non puliva.

Pensa che una volta mia mamma beccó due tizi che nel wc stavano facendo sesso, e si erano intrufolati, gente che neanche abitava nel palazzo.

Si erano vivaci brulicanti di vita e vere, ma a quale prezzo?

Io la doccia la facevo in salotto con mia mamma che mi bagnava nella bacinella, la maggiorparte delle case erano massimo di 50 mq condivisi da famiglie intere figli genitori nonni e quant'altro ,non ti racconto poi spesso l'impossibilità di riposare bene con il continuo chiasso nel cortile o sui ballatoi su e giù da mattina a sera di bambini urlanti e donne che passavano ore a chiacchierare, l'odore a qualsiasi ora del cibo dei vicini che ti entrava in casa. Lasciamo stare poi furti e ruberie in quanto facile entrare. Io non rimpiango per nulla quella "vecchia milano" anzi sono felice oggi di vederle trasformate in belle abitazioni, molti hanno anche il pollice verde e le balconate sono diventate deliziose. Non vi era nulla di magico in quelle case sinceramente. Oggi si lo sono.

Scusa ma questa è la mia esperienza ci tenevo a raccontarla."

L.



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