Mi sono sempre chiesto perché a Milano ci fosse una comunità pugliese così enorme, negli anni mi sono ritrovato troppe volte ad imbattermi in persone con la mia stessa origine, o di base con genitori trasferiti qui da generazioni.
A Milano i pugliesi residenti, sono numericamente la prima comunità regionale presente, la comunità più numerosa, ben rappresentati anche a livello istituzionale. Basta leggere le statistiche per capire la situazione.
Un calcolo effettuato già nel 1930 aveva fatto emergere un dato eloquente: i pugliesi a Milano erano circa 50mila e il capoluogo lombardo era soprannominato “Città di Puglia”. Buffo.
A rafforzare questo concetto gli ultimi dati ISTAT secondo i quali dal 2008 al 2020 circa, sono arrivati dalla Puglia oltre 40mila giovani under 30.
Non è un caso ci sia un detto a Bari, che recita “se Milano avessi lu mer, sarebb’ na piccola Ber” (se Milano avesse il mare sarebbe una piccola Bari, da notare l’orgoglio pugliese che definisce Milano “piccola” rispetto a Bari); è fatto di sempre il binomio Puglia/Milano.
Si potrebbe stare ore a raccontare il tutto, una delle mie più recenti scoperte ad esempio è il nome della fermata Metro Bisceglie (che riprende il nome della via), mi ha sempre incuriosito, in quanto Bisceglie è una città di mare vicinissimo a dove sono nato, era la località di mare quando dovevo “fare il bagno”, ed il nome deriva dall’omonima città, perchè centinaia di famiglie qui in zona emigrarono e costituirono negli anni 50/60 il “gruppo pugliese” più numeroso a Milano e che edificarono diversi condomini.
Gruppo che si ampliò e si spostò anche a Cologno Monzese , divertenti cronache narrano che per anni il soprannome è stato “Cologno Pugliese”.
Ma veniamo a noi, perché questa attrazione dei pugliesi verso Milano come api al nettare?
Le ragioni sono ataviche e sono da ricercare fin dagli albori della storia.
Pochi infatti sanno, che Isabella d’Aragona, moglie di Gian Galeazzo Sforza, assieme alla loro figlia Bona di Savoia governò il Ducato di Bari nel 1500.
Isabella è stata la prima donna nella storia a governare Bari, tra le altre cose a lei si devono la riedificazione del Fortino assieme ad altri significativi stravolgimenti, come quello del Castello Svevo: da austero e militare, lo trasformò un un elegante dimora signorile e rinascimentale, e da allora il Palazzo della Dogana in Piazza Mercantile esibisce lo stemma degli Sforza, Visconti e Aragona sul portone d’ingresso.
Incrementò il commercio, favorì la pubblica istruzione e fece di tutto affinché i baresi ottenessero gratuitamente il sale delle Regie Saline, esentando anche i contadini dal pagamento dei dazi sulla macinazione delle olive.
Durante il suo regno Bari vide il massimo splendore!
La “nostra signora” era totalmente innamorata di Bari , perfino le spoglie della figlia (Bona di Savoia) sono collocate nella famosa basilica di San Nicola, sul mare, dopo che fu avvelenata dal suo amante.
Alla loro corte, spesso seguirono nipoti, cognati e amicizie della corte meneghina, che spesso da Milano, andavano a passare del tempo tra banchetti e feste, nella città di Bari. A loro si susseguirono diverse ricche famiglie di commercianti milanesi.
Tutte persone che con il tempo, finirono per unirsi e sposarsi con diversi pugliesi, dando quindi origine a generazioni di pugliesi-milanesi.
Si spiega presto quindi l’attrazione dei pugliesi verso la nostra città, che sono, per mia esperienza, quelli che prima e meglio si adattano a Milano, lontani da stereotipi come “mi manca il mare sole e mandolino”, l’integrazione è insita nel nostro DNA pugliese.
E come qualcuno disse ironicamente “Si ringrazia la regione Puglia per averci fornito i milanesi”
Con riferimento all'articolo "Pugliesi a Milano: come api e nettare", alle ragioni, giustificanti l'enorme diffusione in Milano dei pugliesi (originari direttamente o generazionalmente), mi permetterei di aggiungere, un altro motivo di carattere prettamente geografico .
Nelle diverse epoche, infatti, i collegamenti fra la Puglia e Milano sono sempre stati favoriti, da un percorso particolarmente pianeggiante . Questo contrariamente a quanto avveniva per le regioni tirreniche, ostacolate dai passi appenninici .
Fin da prima dell'avvento delle autostrade, la litoranea adriatica (divenuta SS.16 dal 1928), senza incontrare alcuna pendenza da superare, si raccordava, a Rimini, all'antica via Emilia (SS.9 sempre dal 1928), attraversante la pianura padana .
Il che ha permesso alle risorse agricole pugliesi (vino, olive, verdure) di raggiungere più facilmente…